
Novità per gli utenti di WhatsApp, che da oggi potranno gestire anche più agevolmente le traduzioni grazie alla possibilità di scaricare la app Google Translate dal Google Play Store (per gli utenti di Android Marshmallow) e dunque di gestire attraverso il proprio smartphone anche le traduzioni.
Una nuova funzionalità, che si aggiunge alla modalità conversazione e alla instant camera con cui si può inquadrare la scritta e vedere la traduzione in tempo reale.
In questo modo i molti utenti di WhatsApp potranno non solo comunicare in lingue diverse ma risparmiare tempo nelle traduzioni. Unico limite è la qualità che non sempre è fedele alla versione originale. Sono 90 le lingue traducibili disponibili attualmente e al momento Google ha annunciato che lo stesso servizio sarà disponibile anche per TripAdvisor e LinkedIn.
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Google e l’evoluzione del mobile friendly

Durante il corso del 2016 è successo ciò che ormai era pensato inevitabile: il numero di accessi alla Rete tramite dispositivi mobili ha di gran lunga superato il numero di accessi da computer.
In numerosi paesi del mondo il numero di smartphone per persona è nettamente superiore a quello di PC; in particolare negli Stati Uniti il 94% delle ricerche è effettuata da dispositivi mobili.
L’inevitabilità di questa evoluzione era stata prevista da Google, il quale inizia la verifica dei siti in quest’ottica nel lontano 2012.
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Youtube: utenti e pubblicità. Addio agli annunci “non saltabili”

L’ultima dichiarazione di Google in materia di video advertising ha allietato notevolmente il pubblico della piattaforma di Youtube: Google rimuoverà finalmente i video pubblicitari “non saltabili” da 30 secondi.
È una verità universalemente condivisa il fatto che, non poter saltare tali annunci sia un seccante e fastidioso ostacolo all’esperienza dell’utente.
Uno studio di Interepublic Group of Companies (IPG Inc.) dimostra come il comportamento generale di saltare i video pubblicitari quando possibile sia ben radicato e la diffusione di questo sia in crescita costante. Inoltre, il 67% degli utenti evita il video “appena possibile”, questo dato scoraggia l’advertising ed in particolare gli advertisers, poichè la potenzialità di conversione di questo formato comunicativo è ridotta al minimo, se non a zero.
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Google valuterà i contenuti offensivi con un team dedicato

Novità in casa Google. Per far fronte al tema dei contenuti offensivi che circolano online, il gigante di Mountain View ha deciso di intraprendere la strada dei provvedimenti concreti.
Affiderà infatti a un team dedicato il controllo e la verifica dei contenuti presenti online.
A seguito di questa valutazione, si potranno modificare gli algoritmi che determineranno l’indicizzazione di alcuni contenuti e di conseguenza si elimineranno quelli considerati offensivi o inesatti.
Le novità sono state introdotte nelle linee guida e si parla già del team di “Valutatori di qualità” composto da persone presenti in tutto il mondo con a disposizione una serie di strumenti con cui effettuare le segnalazioni di contenuti offensivi o scioccanti trovati navigando online.
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Uno strano caso di phishing per Google

Un episodio avvenuto qualche giorno fa ha riguardato il gigante di Mountain View. Alcuni utenti hanno infatti trovato nella loro casella mail un invito a condividere un documento in Google docs. Pochi giorni dopo è arrivata la comunicazione ufficiale, in cui si è cercato di spiegare quanto accaduto e quali fossero le conseguenze.
Gli utenti seguendo l’invito a condividere il documento si trovavano dirottati su una pagina che poteva sembrare effettivamente di Google, per poi registrare e lasciare i loro dati su ulteriori sotto pagine, fino a una possibile pagina documenti che non era reale. Nel frattempo però erano stati intercettati indirizzi mail e account.
Un intricato caso di phishing che ha colpito per la sua complessità, ma anche perché ha visto protagonista Google, che ha prontamente spiegato nei commenti l’accaduto e ha tranquillizzato gli utenti spiegando l’intervento riparatore: la cancellazione degli account dai quali è partito l’attacco e la rimozione delle pagine che simulavano d’essere un servizio di Google.
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